Gli italiani sono propensi a rinunciare alla seconda auto? E’ proprio così? Effettivamente in diversi casi la crisi economica che ha attraversato la penisola negli ultimi, ha investito alcuni nuclei famigliari che hanno dovuto limitare alcune spese che anni indietro erano abituali, allora per qualcuno, è subentrato il car sharing. Da rilevare comunque che il popolo italiano per antonomasia è un appassionato delle quattro ruote ed è sempre stato un grande consumatore di questo bene mobile che è “insito” nel DNA dei nostri automobilisti. Epis allora con queste righe vuole Vedere un pò più da vicino come si è sviluppata questa alternativa di spostamento su strada, seguendo uno studio condotto dall’Unione nazionale consumatori, dalla quale è emerso che per gli spostamenti occasionali i cittadini del “belpaese” in alcuni casi tendono a servirsi del “passaggio” per risparmiare.

Un dato che non sorprende, visto che se si prendono in considerazione 3 spostamenti a settimana per 46 settimane (138 spostamenti totali), in alcune grandi città, la spesa può essere di circa 2420 euro annui, mentre con il car sharing la somma da sborsare diminuisce considerevolmente (da 500 a 1200 euro annui). Ad affermare ciò è il segretario generale dell’Unione nazionale consumatori, ossia Massimiliano Dona, forte dei numeri raccolti grazie alla suddetta indagine sulla mobilità.

Entrando nel dettaglio dello studio, l’Unione nazionale consumatori si è occupata di verificare, attraverso l’elaborazione di dati Aci, i costi affrontati dai cittadini italiani per la gestione dell’auto, per poi confrontare gli stessi con quelli del car sharing, in modo da comprendere se quest’innovativo servizio può permettere ad una famiglia di fare a meno di una seconda vettura privata. Il costo del singolo spostamento su auto è stato messo a confronto anche con quello da pagare per l’utilizzo di taxi e mezzi pubblici, prendendo come riferimento una grande città ed i dati hanno finito per dimostrare che il car sharing può risultare vantaggioso se preferito all’utilizzo di una seconda Auto, tuttavia, sempre stando a quest’ultimi, “non è ancora in grado di rimpiazzare quella principale”.

Il costo annuo di gestione della prima vettura in una grande città è di circa 4700 euro, chi volesse rimpiazzarla con il car sharing, si ritroverebbe a dover fronteggiare una spesa che va dagli 11.000 e i 13.850 euro (ovviamente prendendo in considerazione formula di abbonamento giornaliero da moltiplicare per 230 giorni di lavoro all’anno). In questo caso dunque questo servizio appare molto più costoso ed al momento l’unica vera alternativa possibile è rappresentata dai mezzi pubblici, lo studio difatti ha altresì rilevato che prendendo in esame una distanza tra i 6 km e gli 11 chilometri, con metropolitana e bus sarebbero sufficienti non più di 3 euro a spostamento.

Concludendo, stando a quanto dichiarato dallo stesso Dona, appare evidente che questo tipo di spostamento in Auto se utilizzato in maniera ottimale, ossia in maniera non continuativa, possa essere molto più vantaggioso dell’utilizzo di una propria quattro ruote e dei mezzi pubblici, ecco perché potrebbe essere consigliabile in sostituzione di un secondo veicolo di proprietà, specialmente se si è costretti a fare spostamenti verso zone a traffico limitato o a raggiungere il centro cittadino.

Di contro va detto che ad oggi questo servizio garantisce un numero di veicoli consono solo nelle grandi città…in più vogliamo mettere il piacere di guida della propria auto, scelta magari con cura dopo un’attenta riflessione e la comodità di entrarvi a bordo liberamente senza fissare appuntamenti con terzi ed arrivarci fino alla meta, dice Epis dalla provincia di Bergamo!?

Auto Epis è sinonimo di qualità, puntualità ed affidabilità dichiarata da un’Azienda che esiste nel settore da quasi sessant’anni, che ha visto l’evoluzione del mercato durante gli anni della crescita economica del paese nel dopoguerra, fino ai giorni nostri ed è pronta a raccogliere la sfida che le nuove tecnologie e le nuove alimentazioni ( ibride, elettrico-benzina ) , richiederanno ad un Autosalonista multimarca che dovrà “adeguarsi” alle esigenze di settore e del mercato richiedente, continuando come fa da sempre ad operare anche in ambito beneficenza, per le organizzazioni no-profit.

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